Schiavo di mia cugina per il fine settimana - parte 1
- Mario Restif
- 25 feb 2023
- Tempo di lettura: 5 min

Tutto ebbe inizio durante le vacanze estive subito dopo i miei esami di maturità, quando la mia famiglia e quella di mio zio materno decisero di organizzare un weekend al mare insieme. Era l'occasione giusta per i grandi di staccare la spina dal lavoro, ma anche per noi ragazzi per divertirci un po' dopo il duro anno scolastico: in particolare io avevo appena terminato il liceo, mentre le mie cugine Sara e Alessia, di 2 e 5 anni più piccole di me, avevano superato brillantemente l'annata mostrandosi non soltanto molto brave sui libri ma anche estremamente mature, motivo per cui i genitori avevano deciso di premiarci con qualche giorno di relax.
La scelta di mio padre era ricaduta su una delle più rinomate località pugliesi, regione che avevamo già avuto modo di visitare e che era rimasta nel cuore di tutti noi, così non ci volle molto a convincere le due famiglie a fare le valigie e mettersi in viaggio. Ben prima di partire già pregustavo i bagni al mare e le serate in giro per il paese, ma non potevo immaginare che da lì a poco sarei finito per diventare schiavo di mia cugina Sara.
Come sono diventato lo schiavo di mia cugina Sara
La trasformazione di Sara da dolce cuginetta a padrona severa avvenne all'improvviso, o almeno quella era la mia impressione non avendo mai conosciuto prima di allora quel suo lato sadico e severo, nella prima mattinata di vacanza al mare. Mentre tutti gli altri erano a riva, stavamo giocando a Uno sotto l'ombrellone come ormai da anni era consuetudine ogni volta che andavamo in spiaggia insieme, quando in una situazione di due partite vinte a testa Sara con un moto di rabbia decise di sfidarmi: "La prossima è decisiva, chi perde paga pegno! Anzi, fa tutto ciò che vuole l'altro per l'intero fine settimana!".
La scommessa era tutto sommato stuzzicante, anche perché Sara era davvero bella, alta, con capelli biondi e occhi chiari e un fisico magro ma con le giuste forme, insomma il prototipo di ragazza che tutti si giravano ad ammirare quando passeggiavamo sul lungomare. Così accettai, immaginandomi già vincitore di un gioco tutto sommato innocente.
La partita aveva preso sin da subito la piega giusta e in poche mosse avevo già la vittoria in pugno, quando la fortuna improvvisamente mi voltò le spalle e concesse a Sara una serie di carte favorevoli, con vari +2 e +4 che mi colpirono come pugnalate. In meno di 5 minuti fu proprio la mia cuginetta a finire le carte e a fare un salto di gioia: "E vai, sei spacciato!" - esultò ridendo - "Sei pronto a farmi da schiavo per tutto il weekend?"
Mia cugina padrona e io schiavo sottomesso
La parola "schiavo" detta da Sara aveva per me un suono tanto soave quanto indecifrabile: sì, perché in realtà essere sottomesso da una donna era una delle mie fantasie nascoste più frequenti, ma mai avrei immaginato di trovarmi in una situazione del genere con mia cugina. In realtà ero convinto che tutto si sarebbe risolto con qualche semplice ordine come portare le borse, offrire da bere e altre cose simili, anche perché non avevo percepito alcuna allusione sessuale da parte di Sara, ma in realtà dovetti presto ricredermi perché la sua fantasia e il suo sadismo erano molto più forti di quanto immaginavo.
"Direi di cominciare subito, schiavo. Approfittiamo del fatto che non abbiamo nessuno intorno." - mi disse subito dopo aver raccolto le carte e averle rimesse nella scatola - "Ripeti con me: io sono un inutile schiavo e tu sei la mia padrona Sara".
"Dai, era un gioco non esageriamo" - risposi io sorridendo, ma Sara mi colpì velocissimamente con uno schiaffo in pieno volto.
"Ho detto ripeti con me: io sono un inutile schiavo e tu sei la mia padrona Sara".
Non ebbi scelta e quasi balbettando dissi ciò che voleva: "Io so-no un inuti-le schia-vo e tu sei la mi-a padro-na Sara".
"Hai disimparato a parlare, schiavo?" - commentò Sara scoppiando a ridere, poi aggiunse - "Accompagnami un attimo a casa e non fiatare".
La seguii senza proferire parola fino all'appartamento che i nostri genitori avevano affittato, distante poche centinaia di metri dalla spiaggia, cominciando a temere Sara e al tempo stesso a essere eccitato dalla situazione.
Una volta dentro la mia cugina padrona mi diede un altro schiaffo: "In ginocchio, schiavo!". Eseguii a testa bassa mentre lei sfilandosi l'infradito alzò il piede sinistro.
"Bacialo adesso!"
Avvicinai la mia bocca a quel piedino dalla forma deliziosa su cui tante fantasie avevo fatto in passato e ci poggiai le labbra, percependo l'aroma di sudore e sabbia che proveniva dalle dita.
"Bene, ora lecca tutto!" - l'ordine fu perentorio, ma stavolta più difficile da eseguire dal momento che il piede di Sara era ancora ricoperto di sabbia e polvere e provavo un po' di ribrezzo all'idea di ripulirlo con la lingua. Lei però si accorse delle mie esitazioni e mi prese per i capelli, spingendomi con forza la sua estremità in bocca. "Ho detto lecca tutto e non ti azzardare a contraddirmi" - Sara era quasi irriconoscibile in quella veste, eppure ogni minuto che passava la trovavo più bella ed eccitante, cosa che iniziava a notarsi dal rigonfiamento all'interno del mio costume.
"Ahahahah ma allora ti piace essere sottomesso? Hai capito il cuginetto!" - prese a canzonarmi e aggiunse subito dopo, ancora muovendo il piede nella mia bocca - "Buono a sapersi allora, potrebbe essere ancora più divertente la cosa".
Tra risatine, schiaffi e tirate di capelli, la mia amata cugina padrona Sara nel giro di poco tempo si era fatta ripulire entrambi i piedi, lasciandomi sulla lingua e tra i denti il pessimo sapore della sabbia unito a quello invece afrodisiaco del suo sudore.
"Voglio vederti nudo" - disse quindi all'improvviso, con una richiesta che mi lasciò senza parole. Forse l'ultima volta che eravamo stati nudi uno di fronte all'altra risaliva a quando eravamo solo dei bambini di 4 o 5 anni, ma oggi la cosa risultava molto più imbarazzante. "Inutile che perdi tempo, devi fare tutto quello che voglio e ho detto che devi spogliarti!" - iniziò a indispettirsi per l'attesa. Tolsi dunque t-shirt e costume e rimasi come un verme, nudo e in ginocchio davanti alla mia bellissima cugina.
"Certo che così magro non sei granché da vedere" - ricominciò Sara mentre io sempre più silenzioso continuavo a subire i suoi colpi, aggiungendo poi con lo sguardo rivolto al mio pene eretto - "Però lì sotto non sei tanto male, ammesso che ti funzioni bene! Ahahahah!"
Schiavo di mia cugina Sara: l'umiliazione finale
Stavo vivendo un mix di umiliazione ed eccitazione che non riuscivo a decifrare, per di più perché ero nelle mani della cugina con cui avevo condiviso praticamente tutta la mia vita, e tutto ciò mi stava praticamente offuscando la mente, rendendomi inebetito di fronte a lei.
"Masturbati, schiavo" - fu l'ultimo ordine perentorio di quella folle mattinata. Probabilmente anche Sara temeva che qualcuno sarebbe potuto rientrare e non era il caso di farci trovare in quelle condizioni. Io dal canto mio non potevo respingere alcuna richiesta e rosso di vergogna presi a toccarmi, venendo in pochissimi secondi con le risate di Sara a fare da sottofondo dell'intera scena: "Ahahahahah ma come già sei arrivato? Dai, che schifo è?" e continuò a ridere di gusto, poi con un piede raccolse qualche goccia di sperma dal pavimento e mi intimò di leccare - "Ecco il primo premio della giornata per te! E ringraziami".
"Grazie padrona Sara" - riuscii a dire a stento, poi la vidi allontanarsi e andare verso il bagno. Ritornò dopo un paio di minuti con un bicchiere in mano, pieno di liquido giallo paglierino che capii non essere limonata: "Ed ecco il tuo secondo premio, dissetati schiavetto!" e me lo versò tutto in bocca tenendolo con le sue stesse mani. "Saranno due giorni molto divertenti" - disse - "Tieniti pronto!" e mi schioccò un bacio sulla fronte.
Ero stremato e completamente sopraffatto da quella situazione, ma in quel weekend, volente o nolente, il mio ruolo sarebbe stato quello di schiavo di mia cugina.
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