La penitenza: il racconto del mio primo pompino a un altro uomo
- Mario Restif
- 4 mar 2023
- Tempo di lettura: 5 min

Con la mia ragazza Alessia ho un rapporto molto aperto e giocoso, che per fortuna ci permette di avere una vita sessuale abbastanza soddisfacente e di non limitarci nell'esprimere le nostre fantasie. Lei sa, per esempio, che mi eccita essere sottomesso e quando è in vena non disdegna certo di farsi leccare i piedini o di insultarmi nell'intimità, ben sapendo che ciò mi rende ancora più voglioso. I giochi tra di noi dunque non mancano e a volte riusciamo a sorprenderci a vicenda con nuove idee a cui l'altro non aveva mai pensato: ed è proprio in una di quelle occasioni che mi ritrovai in una situazione nuova e particolarmente umiliante, ossia quella di fare il mio primo pompino a un altro uomo.
Una scommessa persa e l'ordine di spompinare un altro uomo
Tutto ebbe inizio una domenica pomeriggio, quando per sconfiggere la noia io e Alessia decidemmo di tirare fuori un gioco in scatola e sfidarci: tra le varie opzioni disponibili nell'armadio di casa, la scelta cadde sul Monopoli, un classico che piaceva a entrambi e a cui non giocavamo da tempo, al quale però la mia ragazza decise di aggiungere un po' di pepe.
L'idea era quella di arricchire il regolamento con qualche piccolo pegno, in modo da rendere la situazione più piccante e movimentata. Oltre a pagare per il passaggio su strade, case e alberghi dell'altro giocatore, infatti, il debitore doveva eseguire un ordine. La partenza fu molto soft, ma non per questo meno stimolante: grazie a un inizio fortunato, per esempio, riuscii a costringere Alessia prima a togliere degli indumenti, poi a scattarsi qualche foto in intimo e infine a schioccarmi un bacio sul pene, anche questo con tanto di scatto fotografico da custodire gelosamente, mentre lei, che aveva avuto meno episodi a favore, era riuscita soltanto a lasciarmi a petto nudo e a farsi annusare i piedi per due minuti, penitenza che ben sapeva essere un regalo imperdibile per un feticista come me.
Man mano che il gioco andava avanti, però, le richieste si facevano sempre più esplicite e hot: così io costrinsi lei a inviare una foto delle tette a un contatto a caso in rubrica, fingendo di aver sbagliato numero, mentre a mia volta dovetti masturbarmi per un minuto davanti al balcone rischiando di essere visto da qualche vicino. Insomma, le idee non ci mancavano e la situazione ci rendeva ancora più fantasiosi. Fu però Alessia a prendere l'iniziativa quando ormai la partita si stava avvicinando al termine e a lanciare una vera e propria bomba: "Facciamo così: se vinci tu faremo una cosa a tre con un'altra ragazza come hai sempre sognato, ma se vinco io dovrai fare un pompino a un altro uomo. Ci stai?".
La richiesta mi aveva spiazzato ma ormai eravamo in ballo e poi non potevo perdere l'opportunità di vincere quel threesome che lei, nonostante tutto, non aveva mai voluto concedermi. Così accettai e cercai di impegnarmi al massimo per portare a casa la vittoria, ma la sorte non mi fu favorevole e anzi, quasi prendendosi gioco di me, in pochi minuti mi portò a perdere tutto e ad arrendermi.
Il primo pompino a un altro uomo: la mia penitenza
Dopo la vittoria Alessia era a dir poco euforica e non perdeva occasione di ridermi in faccia, già pregustando la mia totale umiliazione non appena avrei dovuto pagare pegno. Tra l'altro lei non voleva attendere oltre e decise che il tutto si sarebbe dovuto concludere quella sera stessa, così telefono alla mano decise di chiamare subito Matteo, suo amico dai tempi dell'Università, dichiaratamente gay e a detta di Alessia anche piuttosto attratto da me. Avrei voluto fermarla ma era impossibile.
"Ciao Matteo, come va? Non dirmi che stasera sei impegnato perché c'è una sorpresa per te a casa nostra questa sera" - furono le parole di Alessia al suo vecchio amico, che non avendo impegni accettò senza problemi, non immaginando neanche lontanamente di cosa si trattasse. Poi una volta terminata la telefonata si voltò verso di me canzonandomi: "Povero amore mio, questa sera assaggerà il suo primo cazzo!" e scoppiò a ridere.
Matteo fu puntuale e alle 20 in punto era a casa nostra: jeans e maglietta, capelli e barba curati, non posso certo dire che non fosse un bel ragazzo, anzi era il classico tipo capace di far innamorare le donne e poi deluderle per il suo orientamento sessuale. Per nulla effeminato, Matteo aveva anche un fisico ben messo, magro ma reso tonico dall'attività sportiva, decisamente migliore del mio.
"Allora? Cos'è questa sorpresa?" disse dopo i primi minuti di convenevoli in salotto.
"Beh il mio ragazzo qui a fianco oggi ha perso una partita a Monopoli e deve pagare pegno, così ho deciso di obbligarlo a farti un regalo" - rispose la mia ragazza.
"Cioè? Non tenermi sulle spine" - incalzò lui.
"Dai, in ginocchio e comincia"- anziché rispondere alla domanda, Alessia si rivolse direttamente a me, dandomi anche una piccola spinta per incitarmi a obbedire.
Vidi Matteo farsi rosso in volto, ma non sembrava affatto intenzionato a tirarsi indietro. Anzi, quando vide Alessia avvicinarsi per slacciargli la cintura e sbottonare i jeans, chiuse gli occhi e si mise in posizione quanto più rilassata possibile.
Alessia tirò quindi fuori il cazzo di Matteo dai boxer con una mano, mentre con l'altra accompagnava gentilmente la mia testa verso di lui. Ero già a pochi centimetri dal pene del suo amico e potevo percepirne l'odore per nulla fastidioso, ma la mia donna non aspettava altro che aprissi la bocca: "Su, inizia a leccare e a farlo diventare duro".
Eseguii il suo ordine e cominciai a passare la mia lingua sul pene ancora non eretto, partendo dall'asta per poi raggiungere il glande, e nel farlo sentivo il sangue pulsare al suo interno e renderlo sempre più turgido. Ci mise pochi secondi ad avere un'erezione completa e a mostrarsi in tutto il suo splendore: in effetti era un cazzo davvero ben fatto, proporzionato e dritto, e aveva per di più un buon profumo e un buon sapore, cosa che non mi rese l'esperienza del tutto sgradevole.
Con la mano di Alessia sempre tra i miei capelli mi dedicai quindi ad accogliere per quanto possibile la mazza nella mia bocca, evitando il contatto coi denti che sapevo benissimo essere fastidioso e facendo in modo che la mia lingua fosse sempre pronta a percorrerla in lungo e in largo. Matteo ansimava tradendo tutto il piacere regalato dalle mie azioni e ciò mi invogliava a continuare, quasi come se fare pompini fosse sempre stata la mia attitudine. Non volevo ammetterlo ma stavo godendo anch'io di quel momento ed ero totalmente preso dal cazzo di Matteo e dall'umiliante piacere di fare tutto ciò sotto gli occhi della ragazza che amavo.
Succhiavo e leccavo con foga, trasmettendo tutto il mio piacere al ragazzo che avevo di fronte, il quale sembrava ormai non riuscire più a trattenersi. Erano infatti trascorsi già alcuni minuti quando Matteo iniziò a tremare e ad agitarsi sempre più vistosamente, facendoci capire che il suo cazzo stava per esplodere. Cercai di allontanarmi per consentirgli di arrivare liberamente ma la mano di Alessia stavolta si fece più forte e mi spinse ancora di più verso il pube di Matteo, lasciando che i suoi schizzi di sborra mi inondassero la gola quasi facendomi soffocare e costringendomi a ricevere fino all'ultima goccia.
Il suo amico aveva goduto come non mai e lei si mostrava sadicamente soddisfatta di questo, mentre rivoli di saliva e sborra ancora mi colavano dai lati della bocca. "Direi che è piaciuto a tutti" - disse con gusto guardando prima Matteo, che rispose con un sorriso a 32 denti, e poi me, ancora affannato e in ginocchio ma stranamente soddisfatto.
Era vero e non potevo neppure fingere di darle torto.
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